" Liberi Professionisti o Professionisti dipendenti del sistema?"
La riforma, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 5 febbraio 2015, è avvenuta con d.lgs. n. 6 del 30 gennaio 2015 in materia di riordino della disciplina della difesa d'ufficio a norma dell'articolo 16 della riforma forense (legge n. 247/2012).
In sintesi sono queste le novità:
- sarà il CNF a detenere una lista unica per le iscrizioni e il suo successivo aggiornamento, snaturando il ruolo dei COA, che diventano un "mero passacarte".
- l'inserimento nell'elenco è disposto alla presenza di uno dei seguenti requisiti:
1) partecipazione a un corso biennale di formazione e aggiornamento professionale in materia penale organizzato dai Coa locali o dalla Camera Penale territoriale o dalle Unioni delle Camere Penali stesse, della durata di almeno 90 ore e con superamento dell'esame finale
2) iscrizione all'Albo Avvocati da almeno 5 anni ed esperienza nella materia penale
3) possesso del titolo di specialista.
Inoltre, per poter rimanere nell'elenco, oltre a non aver riportato sanzioni disciplinari definitive superiori all'ammonimento, è necessario l'esercizio continuativo di attività professionale nel settore penale, da dimostrare con la partecipazione ad almeno 10 udienze l'anno, escluse quelle di mere rinvio (si presume, depositando copie dei verbali d ‘udienza ove si è partecipato attivamente).
I Professionisti già iscritti presso gli attuali COA di appartenenza, passeranno automaticamente nel " listone" unico nazionale del CNF, con l'obbligo però di dimostrare, ad un anno dall'entrata in vigore della riforma in parola, di essere in possesso dei requisiti per il mantenimento (ndr, dell'iscrizione), pena la cancellazione.
La nuova disciplina prevede altresì che il nominativo del difensore d'ufficio venga fornito alle Autorità procedenti dai locali Consigli dell'Ordine, che saranno - si ribadisce - incaricati solo di predisporre l'elenco e trasmetterlo al CNF.
Anche la reperibilità del difensore e i criteri per la designazione saranno gestiti dall'Organo Amministrativo superiore, il quale seguirà i requisiti della prossima sede del procedimento penale e delle effettiva reperibilità dell'avvocato.
Riflessioni
E' evidente come da quest'ultima riforma la professione forense stia "scivolando" verso il più subdolo tentativo di "controllo politico" di quelli che dovrebbero essere tra i capisaldi delle riforme in materia di Giustizia, unitamente ai Giudici e al Legislatore: avvocati ormai ridotti a semplici "faccendieri di pratiche legali", costretti a studiare "sempre" sino alla pensione (ma quando poi un Avvocato va in pensione?).
Anni fa e non molto (circa 15), la difesa d'ufficio voleva significare "farsi le ossa": infatti, era aperta anche ai praticanti abilitati, insieme ai relativi corsi organizzati e diretti ottimamente dai Consigli dell'Ordine, al fine proprio di far acquisire al giovane professionista quell'esperienza sul "campo" che lo avrebbe portato ad avere la necessaria ed esauriente preparazione che proviene unicamente dalle Aule Giudiziarie e che certo non si può acquisire solo dai manuali di diritto.
Orbene, oggi, al contrario, si dà spazio alle difese d'ufficio non solo con l'ennesimo provvedimento che snatura il Consiglio dell'Ordine di appartenenza a mero "passacarte" di nominativi, ma si relega la sola formazione e preparazione del difensore d'ufficio al superamento di un tot ore di formazione (almeno 90), ovvero all'esercizio effettivo di almeno 5 anni come Avvocato penalista, ovvero ancora al supermento di un corso per diventare specialista.
Conclusioni
Ci verrebe da chiederci se il nostro Legislatore sia mai stato nelle aule di Giustizia penali, dove migliaia di colleghi e colleghe corrono da un aula all'altra per assolvere il proprio mandato, corrono per far si che il sistema già "fallato" non subisca altri rallentamenti, corrono nella speranza che magari una difesa d'ufficio si trasformi in fiduciaria, corrono perchè la passione non li fa fermare davanti a nulla.
Ed ora cosa succederà? Semplice, dovranno correre ancora per dimostrare che un Avvocato si adegua alla norma: seguirà i corsi di formazione, studierà per diventare specialista, farà le copie dei verbali di udienza per dimostrare che ha partecipato almeno a 10 udienze nell'anno, ma in tutto questo….. troverà anche il tempo di partecipare alle udienze, di ricevere i clienti, di parlare al telefono, di redigere atti e pareri, di rispondere a mail, di visitare in carcere i propri assistiti e...soprattutto correre dietro a chi deve pagarlo! E ove possibile il tutto nelle 12 -16 ore lavorative della propria giornata tipo!
Ad maiora… almeno speriamo!